giovedì 27 maggio 2010

Il Tex di Guido Nolitta: una grandissima umanità contro le stigmate della divinità


Questo post riguarda il grandissimo Guido Nolitta, alias Sergio Bonelli, secondo autore che si è cimentato nella scrittura delle storie del ranger, affiancando il padre in un lavoro da far tremare i polsi: scrivere Tex ma non solo, diventare lui il sostegno del padre, il quale era stato spesso di aiuto al figlio quando quest'ultimo si era trovato in difficoltà nello scrivere, ad esempio immediatamente dopo i primissimi numeri di Zagor. Credo che per il mai abbastanza ringraziato editore questo impegno sia stato fonte di grosse preoccupazioni e di dolori di capo, ma, a volte, i dolori di capo possono essere molto fecondi, come ad esempio quando Zeus partorì Atena direttamente dal cranio in occasione di una grossa emicrania, bardata di tutto punto. Secondo me il parallelismo tra i due casi ci sta tutto.
Il Tex di Nolitta, visto in retrospettiva, vale a dire col senno di poi, conferma a mio giudizio di essere un grande personaggio, dalla statura eroica davvero impressionante, per quanto le differenze nel modo di scrivere rispetto al genitore fossero tante e piuttosto significative. Intanto Tex rimane durissimo, forse addirittura più duro di quello del padre ma perde gran parte della sua aria scanzonata. Viceversa il suo lessico ed il suo modo di esprimersi diventano grevi e decisamente più seri(osi) (e questo nonostante Nolitta inserisca parecchi "sipari" divertenti) e piuttosto retorici, oltre che espressione di valori astratti ed ideali, al contrario dell'eroe tutto concretezza del padre di entrambi: il ranger di G.Luigi Bonelli è un personaggio positivo che trascina gli eventi, il Tex di Nolitta è un grandissimo eroe che è destinato comunque alla sconfitta, perché contro il marciume generalizzato, contro gli sporchi interessi, contro un mondo cattivo e negativo non esiste vittoria, solo una lotta diuturna, instancabile e piena di illusori successi, che puntualmente si rivelano impastati di amarezza e senso di impotenza. Nolitta trasforma il Tex in un eroe inflessibile e rigido, disposto a seguire il suo codice etico personalissimo anche a costo della vita quando ci sarebbe tutto da guadagnare nel temporeggiare o nello scendere a patti, il quale diventa sin dalla sua prima storia un ranger con tutti i crismi ed in seguito anche un capo indiano paternalistico ed amorevole, per quanto consapevole della sconfitta inevitabile e della fine imminente del suo mondo.
Molte storie di Nolitta sono bellissime e parecchie anche dei capolavori: non solo, alcuni personaggi ideati da questo grandissimo autore sono tra i più amati della serie, memorabili a tantissimi anni dalla loro apparizione: il solitario dell'West ed El Muerto sono gli esempi più immediati, ma naturalmente molti altri sarebbero da citare. I suoi capolavori  su Tex sono nati però come storie sue, contenenti cioè i suoi topoi, come l'amicone che si rivela essere poi il vero cattivo e come il vicecomandante giovane e borioso che prende improvvisamente il posto di un comandante esperto e ragionevole. Il Tex di Nolitta si sporca e si deve lavare, radere, fatica, ha sete, ha sonno, suda come i comuni mortali, ma questo non sminuisce la sua grandezza, anzi, il contrario, la esalta: Tex non è un semidio armato di cuore di leone e stinchi di santo, è un essere umano grandioso che titanicamente combatte il male in un mondo magmatico e proteiforme, dove nulla è quello che sembra e dove ogni vittoria è fondamentalmente il preludio ad una sconfitta: un eroe grandissimo che si staglia contro uno sfondo molto grigio, per non dire quasi nero.
Tex non muove la storia, Tex la combatte senza cadere ed alla fine rimane in piedi nonostante un autentico ciclone si sia abbattuto su di lui travolgendo tanti che lo circondavano e che riponevano in lui le loro speranze.
Lascio da parte la fiducia ingenua che spesso questo Tex ha nel dare le spalle ai nemici, al contrario della diffidenza e dell'intuito che il suo corrispondente di Gian Luigi Bonelli, in fondo è un dettaglio per quanto molto significativo: mi rendo conto perfettamente che Nolitta sarebbe un esempio da seguire come autore, proprio per l'eterodossia di alcune sue scelte, tra cui anche quella di trascurare Carson a favore di Tiger o di Kit Willer in coppia con Tex. Anche se alcune di queste appannano il mito creato dal padre, il Tex che ne scaturisce è tutt'altro che un personaggio poco interessante, anzi, e quando i pennelli sono quelli di Fusco, di Ticci o di Galep vengono fuori delle coppie autore disegnatore da ANTOLOGIA. Chiamarle memorabili sarebbe francamente riduttivo.

l'immagine rappresenta la copertina di Tex gigante numero 183 © Sergio Bonelli Editore

Nessun commento:

Posta un commento