lunedì 17 maggio 2010

Un caro saluto a Virgilio Muzzi

Dal 25/02/2010 Virgilio Muzzi non è più tra noi. La triste notizia, come ribadito dallo stesso Sergio Bonelli nel numero 594 della serie regolare di Tex, è passata praticamente inosservata per la stampa nazionale, mentre molto più attenta a questo triste evento (che non può non commuovere chi sulle sue storie ha sognato fin da bambino) è stata la stampa locale. In realtà la notizia è rimbalzata sui vari forum di fumetti dalla sezione on-line del "Cittadino", quotidiano "del Lodigiano e del Sudmilano", cioè della zona di provenienza dell'autore ed è stata seguita con incredulità e tristezza da tantissimi appassionati di fumetti.  Nel Tex 594, Sergio Bonelli tocca, come siamo abituati a leggere nelle sue rubriche, le corde della nostalgia e parla dell'autore più come persona che come professionista, e alla fine del suo intervento attribuisce al grande Virgilio la qualifica di "papà di Tex". Non è una questione che in passato mi avrebbe trovato molto d'accordo. Da un lato , infatti, è vero che il grande Virgilio ha disegnato una discreta quantità di albi del ranger, ed è altresì vero che si tratta di alcuni grandissimi classici che sono degni dell'olimpo Texiano: dalla "dama di picche" all'"ultimo poker", dalla "caccia" a Canyon Diablo" (storia di cui un albo da il nome a questo blog), passando per "gli spietati" e "il cacciatore di taglie", dall'altro, a mio giudizio, Muzzi è più assimilabile ai vari Pietro e  Franceso Gamba, Raffaele Cormio, lino Jeva eccetera, grandi collaboratori ma non proprio equiparabili ai pilastri della serie. Infatti, quello che distingue Muzzi dai vari Ticci, Letteri, Nicolò eccetera è la presenza delle facce rifatte da Galep, in maniera spesso sproporzionata, chiamate dagli appassionati "i faccioni". In effetti Muzzi disegnò poco, se non ricordo male una sola storia, senza questo ritocco: dopodiché il suo volto di Tex non si rivide se non in qualche rara tavola.
Come può essere un padre di Tex un disegnatore la cui caratterizzazione del volto del ranger si è vista pochissime volte nella serie?
Che pensare allora della affermazione di Sergio Bonelli? Ora che il grande disegnatore non c'è più, in realtà, devo confessare di aver nutrito la speranza che gli fosse affidato uno speciale, un cosiddetto "texone", in modo che potesse finalmente regalare anche il volto del suo Tex ai lettori ed anche ritornare sulla serie da cui mancava dal gennaio 1976, dall'albo "caccia all'uomo" in cui termina la storia di "Canyon Diablo". Sono convinto che ad essere onesti questo fatto qualcosa debba significare e pesare nel mio giudizio (Aggiungo per inciso che nello stesso albo, il 183, gli succede Fernando Fusco autore che adoro e di cui avrò presto occasione di parlare).
Ora, infatti, mi accorgo che nel "texone" di Muzzi avevo sperato davvero, e che il suo tratto particolarissimo, le sue camicie a righe e a quadri, i suoi personaggi baffuti e il suo Kit Carson particolarmente ironico fanno parte del mio modo di concepire un grande Tex.
Un caro saluto, pertanto,  da parte mia al grandissimo disegnatore di tante storie bellissime che ho sempre amato,  a proposito del quale nemmeno mi ero reso conto di quanto fossi affezionato al suo tratto, ed un ringraziamento per le bellissime avventure che ci ha regalato e che non non smetterei mai di rileggere. Aggiungo infine che il mio ringraziamento è unito al rammarico di non aver potuto vedere una sua ultima opera su Tex, che finalmente, tramite il SUO volto di Tex, mettesse fine alla discussione sulle sue tavole con le sue  tavole.

L'immagine rappresenta un autoritratto di Virgilio Muzzi, proprietà del suo autore.

Nessun commento:

Posta un commento