giovedì 27 maggio 2010

Tex 200 "l'idolo di Cristallo"

Sempre a proposito di quasi leopardiane "rimembranze", ricordo il momento esatto in cui venni in possesso di "Tex 200". Frequentavo la quinta elementare, ed ero riuscito a procurarmi una copia di Zagor 200. Un numero di Zagor mitico, tra l'altro, di Sclavi-Ferri, caratterizzato dall'emersione di un vascello fantasma e da una lotta notturna finale molto  inquietante e ricca di azione purissima. A forza di leggerlo lo avevo imparato quasi a memoria, quando un bel giorno mi imbattei in un amico che portava seco una copia del mitico Tex 200: uno scambio in perfetta "efficienza in senso paretiano" ed acquisii una Tex che ancora si trova nella mia libreria. Dirò che guadagnai moltissimo nello scambio, pur adorando allora e anche oggi gli albi dello "spirito con la scure". La vicenda  del Tex "bicentenario"  principia da un vile attacco condotto dagli hualpai contro lo "stregone" Hatuan dei navajos, che abita solitario lontano dai villaggi. Mandante del "quasi delitto" è lo sciamano dei primi, con l'obiettivo di impadronirsi di una "kacinah" contenente un idolo di cristallo, amuleto potentissimo e destinato a rendere un grande "uomo della medicina" il suo possessore. Dopo la morte in viaggio del nipote di quest'ultimo, che ha osato tenere a lungo tra le mani l'idoletto, gli hualpai, tornati al villaggio, si preparano a celebrare un rito di purificazione alla "Stella del mattino": il sacrificio di una giovane donna!
Ma il quartetto dei pard al completo, che nel frattempo li ha seguiti, riesce a liberare la sventurata ragazza e a compiere un autentico massacro di hualpai, dopodiché Tex e Carson, che hanno sabotato un ponte rimanendo bloccati per salvare Tiger e il giovane Willer (e la giovane squaw), vengono salvati dai navajos accorsi all'ultimo momento guidati dalla ragazza.

La prima cosa da notarsi è che l'albo originale è in "technicolor": i colori sono fortissimi ed accesissimi, e aggiungerei anche estremamente duraturi, visto che la mia copia originale del 1977 pare ancora fresca di stampa, nonostante il tempo e l'uso. Lo stesso non si può dire delle ristampe più recenti, cioè Tutto Tex e Nuova ristampa, che hanno dei colori molto meno accesi ed affascinanti.
La seconda cosa che balza all'occhio è che i disegni di Galep sono forse all'apice della loro magnificenza o appena in calo, a seconda delle opinione, anche se secondo me il massimo lo diede nella storia del "Muerto": in ogni caso disegni sono un punto di forza dell'albo, con un Galep che sta bene a colori, cosa che nelle ristampe di "Repubblica" non sempre sarà vera. Il grande Aurelio rendeva molto meglio in bianco e nero, ma stavolta il colore valorizza ogni sua tavola.
Altra cosa notevole è il grandissimo massacro: gli uomini di due interi villaggi sono letteralmente spazzati via a colpi di fucile, in una sparatoria notturna che diventa un tiro al bersaglio, senza che essi provino il benché minimo desiderio di arretrare: alla fine il campo di battaglia diventa un autentico cimitero a cielo aperto. Tex viene ferito ad una spalla da una freccia, ma ciò non gli impedisce di portar via a spalle dal villaggio la fanciulla svenuta dall'emozione di essere quasi stata sacrificata.
Ed a questo proposito la copertina che Galep disegnò in origine per l'albo è riportata qua a fianco: Aquila della Notte non ha la freccia nella spalla, in compenso ha "tra le mani" qualcosa che, in una serie tanto castigata come Tex, non poteva apparire, tampoco in copertina. Per cui la cover divenne quella che apre il post, molto meno bella e interessante di quella purtroppo scartata. 
La storia è una storia breve, solo 110 pagine in un solo albo, ma tra le storie "centenarie" a colori è quasi unanimemente considerata la migliore. Non che ci sia grossa competizione, a parte "Supertex" (numero 100) ma questa secondo me è una storia da leggere tutto d'un fiato, veloce e ritmata com'è, ma è anche una storia da rileggere tante volte, per l'azione ben orchestrata, per le poche "pause" molto piacevoli da leggere che ci restituiscono il quartetto in formissima, per i disegni fantastici e i loro colori spettacolari, per l'indianina in abiti succinti che fa esclamare a Tex "Al diavolo! Invece di dirmi grazie e mettersi a correre, questa poveretta ha pensato bene di svenire" e che nemmeno Tiger, Carson e il giovane Kit osservano con occhi maschili. Molto diversamente dai lettori, visto l'apprezzamento che la cover scartata ha riscosso negli spazi di discussione sulla rete.
In sintesi una storia mitica che non può mancare nella libreria di un texiano, non un grande capolavoro ma una piccola perla che, tra le storie di un solo albo, per me, solo "vendetta indiana" riesce a superare. Ma di questo avrò occasione di parlare al più presto.

Le immagini rappresentano la copertina di "Tex 200"  la copertina scartata di Galep per quel numero  © Sergio Bonelli Editore

1 commento:

  1. Anch' io presi Zagor 200 e tex 200 quasi contemporaneamente nel 98 e mi piacquero entrambi! ^^ Il primo lo trovo tutt' ora godibile mentre il secondo onestamente dovrei rileggerlo. Blelo che tornassero in scena gli indiani della tribù alleata con Mefisto in "Tex contro Mefisto"! ^^

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